L’utilizzo del termine “mafia” in un marchio di azienda è contrario ai valori essenziali dell’Unione europea

E’ quanto ha stabilito il Tribunale dell’Unione Europea – Sez. IX – con sentenza del 15.3.2018 con la quale l’Italia è riuscita ad ottenere la dichiarazione di nullità della registrazione del marchio richiesto da una società spagnola, per servizi di ristorazione, con la scritta “la mafia se sienta a la mesa” (la mafia si siede a tavola) proprio per salvaguardare i valori fondamentali e la tutela dell’ordine pubblico.

Nel commento che ne ha fatto su “Guida al diritto n. 16” la prof. Castellaneta, si rileva innanzitutto che “il regolamento n. 2071 del 2009 sul marchio dell’Unione europea, sostituito dal n. 1001/2017, dispone all’art. 7 che i marchi contrari all’ordine pubblico o al buon costume sono dichiarati nulli “. Ed invero si legge nel commento “lo stesso Tribunale sottolinea che gli obiettivi degli impedimenti alla registrazione sono funzionali a evitare la registrazione di marchi che “pregiudicherebbero l’ordine pubblico o il buon costume al momento del loro utilizzo nel territorio dell’Unione”.

In effetti, precisa il Tribunale che i valori sui quali si fonda l’Unione ed in particolare i valori del rispetto della dignità umana e delle libertà sono patrimonio spirituale e morale dell’Unione “senza dimenticare che lo stesso Trattato dell’Unione europea, all’art. 83 include la lotta alla criminalità tra le finalità dell’Unione”.

La mafia, poi, è considerata una “minaccia seria per la sicurezza in tutto il territorio dell’Unione”.

Ci sembra inoltre condivisibile – si legge sempre nel commento – la decisione del Tribunale di non banalizzare l’utilizzo di un termine che richiama fatti cruenti per il solo fatto – addotto a giustificazione della società – che evoca il film “il Padrino” in quanto …la percezione negativa da parte del pubblico di riferimento, infatti, resta ferma e non muta per il solo fatto che il titolare del marchio riteneva effettuare un collegamento al film”. Respinta anche la tesi secondo la quale la registrazione doveva essere consentita perché alcuni marchi in Italia contengono l’elemento “mafia”” in quanto il regime dei marchi comunitari è indipendente rispetto ai diversi sistemi nazionali”.

Ovviamente, ci sembra legittimo il diritto dell’Italia di non far passare un marchio che identifica, nella percezione collettiva, il nostro paese al fenomeno criminale, ma è altrettanto incredibile che in Italia, come sembra sia avvenuto, passino marchi con riferimento esplicito alla mafia, segno che in Europa la nostra dignità sia meglio difesa che in Italia.

Fonte

Guida al Diritto n. 16/2018

Commento di Marina Castellaneta

Nota a cura avv. E. Oropallo