Il parere reso dal CSM in materia di sospensione della prescrizione dopo la pronuncia di primo grado in data 19.12.2018 (pagg. 4 – 14).
Quello che è avvenuto dopo anche con il mutamento di posizioni da parte di ANM da un giorno all’altro lo sappiamo bene (in allegato la relazione del Presidente Poniz).
Tra l’altro non sono nemmeno ancora stati valutati gli effetti della Riforma Orlando che avevo raggiunto la massima tensione tra esigenze di repressione e diritto ad un processo di ragionevole durata.
In questo modo tutte le inefficienze del sistema penale sono scaricate sui cittadini (sulle persone) che hanno la ventura di trovarsi indagati, imputati ed addirittura assolti in primo grado.
Ma è soprattutto la “sterilizzazione” della prescrizione del reato ad evocare il tramonto assiologico della presunzione di innocenza: con una scelta di campo che tramanda una idea di “giustizia assoluta” – secondo il principio fiat iustitia et pereat mundus, che non tollera limitazioni temporali, utilitaristiche, proporzionate quali quelle imposte dalla “pena utile” e da una idea “secolarizzata di giustizia” – si adotta un modello tanto esasperato da far ricadere sull’imputato (persino dopo una assoluzione in primo grado) il passaggio del tempo e le inefficienze della giustizia: dove il retropensiero sembra chiaro, e coincide con l’abbandono del principio in dubio pro reo in favore dell’in dubio pro republica. (Vittorio Manes intervento al Congresso di MD in data 1/3-3-2019)
Intanto le norme della nefasta riforma Bonafede sono entrate in vigore dallo scorso 1.1.2020
Filippo Poggi