La Corte di Cassazione, Sez. I Civ. con sentenza n. 28152/17 del 24.11 u.s., ha riconosciuto lo status di rifugiata ad una straniera che era scappata dal suo paese, la Nigeria, per sfuggire ad una tradizione che la obbligava a sposare il fratello del marito defunto. Nel caso esaminato la donna si era rifugiata in Italia facendo richiesta di protezione, respinta prima dal Tribunale e poi dalla Corte d’Appello che hanno ritenuto irrilevanti le disavventure da lei vissute in patria. Tra l’altro la donna aveva raccontato di essersi rifiutata di sposare il fratello del marito per cui era stata allontanata dalla sua abitazione, privata della potestà genitoriale, spogliata dalle sue proprietà e perseguitata dal cognato che reclamava il suo “diritto” di averla in sposa. La Corte di Cassazione ha ritenuto evidente la “persecuzione” subita in patria dalla donna, in quanto donna per cui, dice la Corte, “ci troviamo di fronte ad un clamoroso episodio di violenza nei confronti delle donne com’è altrettanto evidente il timore di una pesecuzione personale” in caso di ritorno della nigeriana in patria.
Dicembre 2017
Fonte D & G 27/11
(Nota a cura avv. E. Oropallo)